Una strada che non porta a nulla

Una strada che non porta a nulla
Illustrazione originale di Aris (Romina Beneventi)

martedì 1 aprile 2014

Speranza




-testo di Philgrim
-illustrazione di Aris
http://blog-aris-blog.blogspot.it/


E' roba che ti fotte il cervello, dico davvero.
Evita di rimuginare sulla tua vita quando la notte non ti viene sonno; una volta tanto quelle frasette da radical chic di facebook hanno ragione.
Ti risvegli e scopri di essere immerso in quella che adesso viene definita la crisi dei 25 anni. Improvvisamente tutto il casino che ti circonda ha un nome e, apparentemente, anche un motivo. Peccato che te, quel motivo, proprio non riesci a capirlo. Neppure se te lo sbattono nero su bianco. Hai iniziato l'università con un sogno, un'idea precisa e limpida stampata nella testa. Roba che nemmeno la venuta dell'apocalisse poteva farti cambiare idea.
Illuso.
Eri un ragazzino che del mondo non sapeva nulla. Adesso sei lì, sei ancora in quell'università – che per inciso non è la stessa dove hai cominciato, rientrando per di più nella categoria demoniaca dei “fuori corso” – e ti domandi cosa farai fra 3 mesi. Le tue certezze sono andate in frantumi, come la famosa cristalleria invasa dall'elefante. Un elefante che si chiama realtà, talmente fredda e crudele che spesso ti chiedi su quale diamine di pianeta hai vissuto fino ad ora per non vedere il muro verso cui sei lanciato. Come hai fatto a non vedere prima i segnali?
“C'è la crisi” dicono, però omettono sempre di aggiungere chi l'ha causata. Una tua idea ce l'hai, te la sei fatta – finalmente – dopo anni di ascolto silenzioso. Che poi, a voler essere completamente onesti, la crisi è forse la più grande fortuna che poteva capitare a questa società. Alla “civiltà occidentale”. Ce ne sarebbe da parlare per ore, iniziando col dire che siamo una civiltà che affonda le sue radici nel sangue delle altre, ma poi perderemmo la bussola e finiremmo a parlare di come la politica faccia schifo e di come siano incapaci quelli che ci governano. Come se a mandarli lì fosse stato qualcuno diverso da noi. No no, la cosa andrebbe veramente troppo per le lunghe.
No, qui si parla di te.
Eravamo rimasti al sogno universitario. Un florido periodo di studio e crescita personale che sarebbe poi sfociato nel lavoro dei tuoi sogni. Quel sogno è andato a puttane ben prima che tu te ne rendessi conto, e, se può farti sentire meglio, non è completamente colpa tua. Hai fatto degli errori, alcuni grossolani, altri dettati dall'ignoranza, ma non sei stato il solo a sbagliare.
Mal comune mezzo gaudio. Che stronzata.
Se tutti stanno male, dove diamine dovrebbe stare il gaudio della situazione? Perfino tu hai dubbi, ti rendi conto? Tu, che gli amici avevano definito La Montagna, su cui potevano riposare in attesa di riprendersi; tu con i tuoi ideali ad illuminarti il cammino, a fungere da faro per quanti ti stavano intorno. Hai scoperto di aver edificato sul terreno sbagliato.
Stai affondando con la montagna, il faro e tutto il resto.
Stai ridimensionando le tue aspettative per adeguarle al nuovo mondo che hai scoperto alla fine della tua crociera spensierata. Però non ti dai per vinto. Sai che sei stato sconfitto, ma comunque non riesci a mollare la presa. Cosa ti spinge ad andare avanti? Forse hai visto troppi film, o letto troppe storie eroiche, per arrenderti così, alla prima caduta. Sei uno di quei nerd convinti di essere l'unica salvezza dell'umanità in caso di apocalisse zombie. Ti senti fondamentale e questo, lo ammetto, ti fa onore. Magari ti fa apparire un po' megalomane, ma resti comunque in piedi e non è da sottovalutare.
C'è sempre speranza, ti vai ripetendo come un mantra.
Magari non qui e non ora, ma c'è. Ciò che non ti uccide ti rende più forte.
Forse.Sicuramente ti rende più cinico, ma almeno sei ancora vivo e questo è già un gran bel successo visti i tempi che corrono. Quel che ne sarà di te fra dieci anni non hai nemmeno la voglia di immaginarlo, ma l'importante è non mollare la presa sul presente. Sii consapevole che la vita non sarà rose e fiori, ma che comunque vada tu meriti di meglio di quello che qualcuno vuole propinarti come inevitabile. Tienitelo stretto, difendi con le unghie e con i denti quel centimetro di speranza che ti rimane, perché da quello ricostruirai la tua isola nel cielo. Che poi ti guardi intorno e vedi che a molti neppure sembrano sfiorare tutti questi dubbi che ti bloccano i pensieri.
Ti senti improvvisamente fuori posto, come nato nell'epoca sbagliata.
E' probabile, non lo nego, che con l'animo che ti ritrovi meritavi un periodo più adeguato alle tue esigenze ed al tuo sentire, ma io voglio infilare un altro minuscolo tarlo nella tua testolina già corrosa dai dubbi.
E se tu fossi la migliore persona possibile per vivere in questo preciso momento storico?
Se ci fosse davvero bisogno di persone come te, lì fuori?


"Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza.”
(Lucio Anneo Seneca)

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