Una strada che non porta a nulla

Una strada che non porta a nulla
Illustrazione originale di Aris (Romina Beneventi)

mercoledì 18 giugno 2014

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"Sai perché mi piacciono tanto le storie? La gente pensa che a me piaccia scrivere, ma in realtà la scrittura è più il mezzo che mi ha scelto. La scrittura mi ha scelto perché io potessi raccontare le storie.
La mia. La tua. La storia di tutti quelli che incontro.
Ogni volta che scrivo creo dei luoghi dove sia possibile tornare a riposare.
E mi piacciono le storie perché danno consistenza all'universo. Se non ci fossero le storie non ci sarebbe niente.
Esisterebbero le stelle se qualcuno non si emozionasse nel guardarle?
E pensi che che esisterebbe la vita, se qualcuno non si degnasse di renderla meritevole di essere raccontata?"
Rumi poggia la bottiglia a terra. Questa sera non sta bevendo. C'è una tela vuota posta accanto alla fine della Strada.
"Ciò che facciamo può essere importante. Può essere fondamentale. Anche se a volte richiede un impegno enorme. Può far paura. Anzi, fa davvero paura. Cazzo, ci avventuriamo in un luoghi davvero spaventosi, e siamo soli.
Ma c'è una cosa che in questi casi mi aiuta.
Una storia. Una di quelle che mi piace ascoltare dalle persone appena conosciute o che magari conosco da tutta la vita. Una di quelle che conosco e ho sentito mille volte, una di quelle che so già che non mi piacerà oppure quelle che non riesco a smettere di ascoltare.
E sai perché io non sono bravo ad indovinare il finale, anche quando è scontato?
Perché preferisco sempre vedere cosa il futuro ha in serbo.
Il che rende piacevoli le attese, sai?
Perché Dio solo sa quante storie ci saranno, quando poi tornerai a dipingere su quella tela."

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